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PESARO
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MEDIOEVO
IN TAVOLA
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MARTEDI NELLA STORIA
DELLA GASTRONOMIA
MEDIEVALE NEL
PERIODO DELLE
CROCIATE
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DAL 24 LUGLIO ALL'11
SETTEMBRE 2012
al Caffè Ducale, piazza del
Popolo dalle ore
19,00 alle 24,00 piatto medievale da gustare con
bevande a parte. Conferenza
alle 19,00 con piatto medievale da gustare.
Prenotazione sul posto o ai cell. 3381081704 -
3291247206
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7
agosto 2012 Conferenza
di Ernesto Paleani alle ore 18,00 nella sala
superiore del Caffè Ducale, piazza del Popolo a
Pesaro su IL PESCE E I CROSTACEI e presentazione del
marchio Terre Templari e i collaboratori e le
aziende del gruppo.
Nel Medioevo anche se considerati meno
prestigiosi della carne di altri animali, e spesso
considerati semplicemente l'alternativa alla carne
per i giorni di magro, pesci e frutti di mare
rappresentavano comunque la base dell'alimentazione
di molte popolazioni costiere. "Pesce" per
l'uomo medievale era una categoria che ricomprendeva
qualsiasi animale non venisse considerato
propriamente un animale di terra, tra cui i mammiferi
marini come le balene e i delfini.
Rientravano nella definizione anche i castori,
per la loro coda squamosa e per il fatto che passano
molto tempo in acqua, e le oche facciabianca perché
non si sapeva nulla delle loro migrazioni. Tutti
questi animali erano considerati un cibo accettabile
per i giorni di penitenza. Sulle coste
dell'oceano Atlantico e nel mar Baltico erano
molto importanti la pesca e il commercio di aringhe e merluzzi.
La maggior parte del pesce veniva consumato fresco,
ma una discreta quantità veniva invece salato,
essiccato o, in misura minore, affumicato. Lo stoccafisso,
il merluzzo aperto a metà, appeso ad un palo e
lasciato a seccare, era molto comune anche se la sua
preparazione richiedeva molto tempo e che il pesce
venisse lungamente battuto con una mazza prima di
essere fatto ammollare in acqua. Le popolazioni che
vivevano lungo le coste del mare o dei fiumi
consumavano anche una certa varietà di molluschi,
come ostriche, cozze e cappesante, oppure crostacei
come i gamberi di fiume. Si consumavano comunemente
anche pesci d'acqua dolce come lucci, carpe,
lamprede, trote e pesci persici. Rispetto alla carne
il pesce per le popolazioni dell'entroterra era
molto più costoso, specialmente nell'Europa
centrale e per molti era fuori dalla loro portata.
Il nostri siti sulla cultura
medievale e la gastronomia sono www.mercatomedievale.eu
e www.terretemplari.eu.
Terre Templari ha sotto il
proprio marchio 20 aziende dall’apicoltori alle
ceramiche, dalle farine biologiche al vetro, dalle
carni ai vestiti di rievocazione storica e poi
liquori, la pita il nostro pane medievale ed in via
di sperimentazione birra e vino medievali.
Per
informazioni chiamare il 3334188583 e info@terretemplari.eu
Ernesto Paleani Editore Impresa della Cultura
Piatti:
24
luglio 2012
Pita
o pane medievale da piatto, pollo alla maniera dei
Rheingau, speziere con frutta a sorpresa, cantucci -
€ 10,00
31
luglio 2012
Pita
o pane medievale da piatto, maialino nero casertano, speziere di frutta a sorpresa,
cantucci, assaggi di miele con pane medievale - €
10,00
21
agosto 2012
Pita
o pane medievale da piatto, uova pastorizzate con
salse a sorpresa, speziere di frutta a sorpresa,
cantucci, assaggi di miele con pane medievale - €
10,00
28
agosto 2012
Pita
o pane medievale da piatto, formaggio di fossa con
salse a sorpresa, fichi al pepe, assaggio di maialino nero
casertano, speziere di frutta a sorpresa, cantucci,
assaggi di miele con pane medievale - € 10,00
4
settembre 2012
Pita
o pane medievale da piatto, zuffe a sorpresa, speziere di frutta a sorpresa, cantucci,
assaggi di miele con pane medievale - € 10,00
Presentazione della produzione della birra al miele
Terre Templari
11
settembre 2012
Pita
o pane medievale da piatto, cinghiale, speziere di frutta a sorpresa, cantucci,
assaggi di miele con pane medievale - € 10,00
Presentazione della produzione di vini aromatizzati
Terre Templari
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CONFERENZE
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24 luglio IL PANE
Con il pane bianco di frumento si cibavano i
ricchi. All'epoca erano attribuite al pane chiaro
anche qualità taumaturgiche. Nel '300 venivano
inoltre realizzati dei panini bianchi detti «da
bocca», utilizzati al posto dei tovaglioli durante
i banchetti.
La povera gente si sfamava invece con il pane
d’avena o di crusca. La sua preparazione
consisteva nel fare una pasta senza sale, lievito e
droghe, che veniva riposta in un luogo caldo durante
la notte. Il giorno dopo, con questo composto si
elaboravano i pani da infornare cotti che fossero,
s'immergevano nell’acqua bollente per poi riporli
nel forno per l'asciugatura. Questo tipo di pane di
lunga conservazione era anche il cibo portato dai
pellegrini nella bisaccia, consumato dopo essere
stato rammollito con un panno bagnato. Questo pane
da noi riprodotto “pita” è fatto con farina di
farro ( farina bianco o semola integrale) biologica
macinata a pietra.
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31 luglio LA CARNE
Nel Medioevo anche se tutte le varietà di
selvaggina erano molto popolari, perlomeno tra
quelli che se le potevano permettere, la maggior
parte della carne che veniva consumata proveniva da
animali domestici. La carne bovina non era
diffusa come al giorno d'oggi, perché allevare le
mandrie era molto impegnativo, richiedeva abbondanti
pascoli e grandi quantità di foraggio e buoi e
vacche erano considerati molto più utili come
animali da lavoro e come produttrici di latte.
Molto più usata era la carne di maiale, dal
momento che si tratta di un animale che richiede
meno cure e si nutre di alimenti più economici. I
maiali domestici spesso venivano lasciati razzolare
liberamente anche nelle città e si nutrivano di
ogni tipo di rifiuti organici provenienti dalle
cucine, mentre il maialino da latte era considerato
una vera leccornia. Molto diffuse erano anche le
carni di montone o di agnello,
soprattutto nelle zone in cui era più sviluppata
l'industria della lana, così come quelle di vitello.
Terre Templari presenta il “maialino nero
casertano”.
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7 agosto IL PESCE E I CROSTACEI
Nel Medioevo anche se considerati meno
prestigiosi della carne di altri animali, e spesso
considerati semplicemente l'alternativa alla carne
per i giorni di magro, pesci e frutti di mare
rappresentavano comunque la base dell'alimentazione
di molte popolazioni costiere. "Pesce" per
l'uomo medievale era una categoria che ricomprendeva
qualsiasi animale non venisse considerato
propriamente un animale di terra, tra cui i mammiferi
marini come le balene e i delfini.
Rientravano nella definizione anche i castori,
per la loro coda squamosa e per il fatto che passano
molto tempo in acqua, e le oche facciabianca perché
non si sapeva nulla delle loro migrazioni. Tutti
questi animali erano considerati un cibo accettabile
per i giorni di penitenza. Sulle coste
dell'oceano Atlantico e nel mar Baltico erano
molto importanti la pesca e il commercio di aringhe e merluzzi.
La maggior parte del pesce veniva consumato fresco,
ma una discreta quantità veniva invece salato,
essiccato o, in misura minore, affumicato. Lo stoccafisso,
il merluzzo aperto a metà, appeso ad un palo e
lasciato a seccare, era molto comune anche se la sua
preparazione richiedeva molto tempo e che il pesce
venisse lungamente battuto con una mazza prima di
essere fatto ammollare in acqua. Le popolazioni che
vivevano lungo le coste del mare o dei fiumi
consumavano anche una certa varietà di molluschi,
come ostriche, cozze e cappesante, oppure crostacei
come i gamberi di fiume. Si consumavano comunemente
anche pesci d'acqua dolce come lucci, carpe,
lamprede, trote e pesci persici. Rispetto alla carne
il pesce per le popolazioni dell'entroterra era
molto più costoso, specialmente nell'Europa
centrale e per molti era fuori dalla loro portata.
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21 agosto IL MIELE
Nel Medioevo il miele era una risorsa
importante, utilizzato come dolcificante (il nostro
zucchero era ancora sconosciuto) soprattutto per
dolci e per usi farmaceutici. Le arnie sono
realizzate con doghe di legno, simili a catini che,
rovesciati, permettono di raccogliere miele e cera.
Nel Centro e Nord Europa il miele serviva a
preparare l’idromele, una bevanda molto
apprezzata; si usava anche aggiungerlo al vino e
alla birra. Con riferimento al mondo medievale e
rinascimentale, possiamo definire il miele come un
condimento e un conservante, ma non solo. Lo si
pensava anche come qualcosa da doversi mischiare con
altro. Quelli che ricorrevano al miele da solo erano
affamati, asceti, persone indigenti. Possedere
soltanto il miele sembrava quasi una punizione, e
mangiarlo con il cucchiaio, come magari si fa oggi,
era un’aberrazione. Come se noi mangiassimo del
peperoncino da solo.
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28 agosto I
CEREALI, LE FARINE E LE SPEZIE
Nei primi secoli del Medioevo il tradizionale
modello cerealicolo dell'età classica perse, in
alcune aree dell'Europa, quella centralità
produttiva che aveva costituito il fondamento
alimentare durante l'Impero romano. In particolare
nell'Italia del nord si verificò "un crollo
clamoroso della produzione del frumento a vantaggio
di cereali minori come segale, spelta, orzo, grano
saraceno, miglio, avena e sorgo. Almeno fino al XIII
secolo il grano tenero resterà appannaggio dei
ricchi mentre nell'Italia del sud il frumento
continuò ad essere, senza soluzione di continuità
con la romanità, il cereale di riferimento sia per
le classi ricche sia per i ceti meno abbienti. Dal
farro dell'antichità si inizia lentamente a
produrre grano tenero, più facile da raccogliere e
di maggior resa, mentre sul modello barbarico
continentale ebbe un forte impulso l'attività
silvo-pastorale. Bisogna attendere l'età comunale
per assistere all'aumento generalizzato della
produzione di frumento a cui verrà dedicata una
crescente quantità di terreno, divenendo unitamente
alle verdure, predominante sull'alimentazione di
origine animale come carne e latticini.
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4 settembre LA BIRRA
Mentre il vino era la più comune bevanda da
pasto nella maggior parte d'Europa, questo non
succedeva nelle regioni del nord dove la vite non
veniva coltivata. Chi poteva permetterselo beveva
vino d'importazione, ma in queste zone anche i
nobili d'abitudine bevevano birra, chiara o
scura, in particolare verso al fine del Medioevo. In Inghilterra,
nei Paesi Bassi nel nord della Germania,
in Polonia e in Scandinavia la
birra veniva consumata quotidianamente. Tuttavia la
forte influenza delle culture arabe e
mediterranea sulla scienza medica (dovuta in
particolare al periodo della Riconquista e
all'influsso dei manoscritti arabi) fece sì che la
birra godesse però di cattiva reputazione. Per la
maggior parte degli europei medievali, si trattava
quindi di un liquido piuttosto umile al confronto
con quelli tipici del sud come vino, succo di limone
ed olio d'oliva. In produzione la “birra al
miele” di Terre Templari.
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11 settembre IL VINO
Il
vino veniva bevuto abitualmente ed era considerato
la bevanda più prestigiosa e salutare. In accordo
con le prescrizioni dietetiche di Galeno era
valutato come caldo e secco ma queste qualità
venivano attenuate quando era annacquato. A
differenza di quanto succedeva per l'acqua e per la
birra, che erano considerate fredde e umide, si
riteneva che un moderato consumo di vino
(specialmente quello rosso) tra le altre cose
aiutasse la digestione, producesse buon sangue
e migliorasse l'umore.
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© 2012, Ernesto
Paleani Editore, Cagli PU |
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