1999 Cagli. Itinerari interni 
							  antichi alla Via Publica Flaminia da Cagli verso 
							  Frontone Raccolta di studi sui beni culturali ed 
							  ambientali vol. 8.
                              
                              
							   
 
							  
								
								La storia insegna! La storia nella tradizione 
								classica segue un complesso intreccio di 
								riferimenti tramandati o attraverso documenti od 
								oggetti che, gli uni legati agli altri, tessono 
								la lunga tela di Penelope. Con l’avvento di 
								nuove notizie o di dati, il più delle volte 
								visibili ma nascosti all’attento indagatore, la 
								tela viene disfatta e nuovamente tessuta con 
								altri colori ed altri motivi.
L’intento di 
								queste pubblicazioni , che tutte hanno una unica 
								trama, è creare la base per esporre e dimostrare 
								che non solo le grandi strade - vedi Flaminia - 
								erano l’unico percorso utile alle popolazioni, 
								ma anche quella miriade di sentieri e vie 
								interne, che hanno alimentato la crescita delle 
								gens che la storia ricorda.
Grandi personaggi 
								hanno sempre aleggiato nelle aule, ma dove sono 
								nel nostro ricordo quelle tribù e quelle 
								famiglie che hanno lasciato traccie nel nostro 
								territorio?
Dove è la tribù Clustumina? Dove 
								i possedimenti imperiali, dove i “pagi” e i 
								“vici” in cui vivevano gli agricoltori, i 
								pastori, gli schiavi e i liberti?
Perché le 
								chiese cristiane sono sparse nell’entroterra con 
								una proficua frequenza? Dov’è l’iniziale 
								patrimonio di S. Pietro? Quali sono le norme 
								giuridiche che regolavano queste popolazioni?
								Ecco le risposte che voglio dare e non solo in 
								questa mostra, ma anche in quelle che seguiranno 
								con l’appoggio di due grandi filoni di cultura: 
								il diritto e la geografia.
Leggendo le norme 
								che regolavano i popoli, leggendo e commentando 
								i nomi dei luoghi, si può delineare la storia 
								nel nostro territorio.
L’archeologia, materia 
								basata su rinvenimenti certi e non su teorie 
								“fantasiose”, potrà in seguito verificare quanto 
								ho sviluppato, avendo percorso fisicamente 
								questi luoghi e odorato ed ascoltato nell’aria 
								rumori e suoni che si trasmettono nel tempo. 
								Siculo Flacco agrimensore vissuto tra il I e II 
								sec. d.C. descrive la classificazione delle 
								strade: “ accanto alle grandi arterie costruite 
								a spese dello stato per collegare centri o zone 
								importanti da un punto di vista economico o 
								militare, troviamo tutta una serie di vie 
								secondarie nate dalla necessità contingente di 
								unire tra loro, o con l’asse principale, i 
								centri minori o i nuclei sparsi per la campagna, 
								per cui la rete stradale di una determinata zona 
								è l’insieme di assi viari legati tra loro da ben 
								definiti rapporti gerarchici” .
Da questa 
								descrizione è stata progettata una mostra che 
								identifichi l’esistenza di un diverticulum che 
								da Cagli (Valle di Flavio -Ponte Taverna - 
								Mutatio) attraversando il territorio costeggi le 
								vallate sotto il Catria passando ad Acquaviva, 
								Paravento, Frontone, Serra S. Abbondio per 
								nuovamente diramarsi da un lato - in direzione 
								di Fonte Avellana - verso Pascelupo e Scheggia 
								sulla Via Flaminia e dall’altro verso il borgo 
								di Sassoferrato e Sentinum.
Un ringraziamento 
								sentito al Presidente della Comunità montana del 
								Catria e del Nerone Martino Panico e l’assessore 
								alla cultura Domenico Papi, i quali mi hanno 
								pazientemente ascoltato ed appoggiato nella 
								esposizione di questa mia ricerca concedendomi 
								il patrocinio. Un ringraziamento ad Anna 
								Liberati, direttore del Museo della civiltà 
								romana di Roma, che mi ha concesso la 
								riproduzione della carruca dormitoria romana e 
								la ricostruzione della sezione di una via 
								lastricata romana; a padre Stefano Trojani e 
								all’Istituto internazionale di studi Piceni di 
								Sassoferrato che da oltre un trentennio sono 
								attenti osservatori della cultura e assidui 
								sostenitori; al Comune di Sassoferrato in 
								persona del suo Sindaco Antonio Righi che mi ha 
								dato in uso i locali per esporre la mostra; a 
								Don Gabriele Bongarzoni, parroco della pieve di 
								S. Stefano di Acquaviva e di S. Michele 
								Arcangelo di Paravento, che mi ha concesso la 
								facoltà di consultare e riordinare l’archivio 
								della Chiesa di S. Michele; a Don Ferdinando 
								Radicchi, parroco di Frontone, che mi ha fatto 
								consultare l’importante archivio di Frontone, 
								conservato in ottimo stato; a Don Elpidio Torri 
								che mi ha concesso di esporre la mostra 
								nell’atrio del Palazzo dell’ex Seminario con 
								l’assistenza dell’Atrium e dell’Unilit; ad 
								Ottaviano Paleani, economo dell’ex Seminario a 
								cui dedico questa pubblicazione.
							
							
							
                              
                                
								Biblioteche lettura del testo:
							
							Biblioteca Tecnico Scientifica Biomedica - Centro di 
							Ateneo di Documentazione - Polo Montedago - 
							Università Politecnica delle Marche - Ancona - AN
							Biblioteca Egidiana - Tolentino - MC
Biblioteca e 
							Musei Oliveriani - Pesaro - PU