Giacomo Costantino Beltrami, un italiano, 
								  marchigiano d’adozione, e legato all’America, 
								  per esplorazioni, identificò le sorgenti più 
								  settentrionali del Mississipi, nato a Bergamo 
								  nel 1779, visse nelle Marche per oltre un 
								  quarantennio (1816-1855), dalla piena virilità 
								  alla morte, unito per sempre spiritualmente a 
								  questa Terra, anche quando andò peregrinando 
								  per il mondo.
								  A una 
								  dama delle Marche: Girolama Compagnoni 
								  Passeri, egli indirizzava le Sue lettere, 
								  forma nella quale sono apparsi i Suoi scritti.
								  Egli 
								  dunque, anche quando era nelle terre più 
								  lontane, nei luoghi più inesplorati, volgeva 
								  il Suo pensiero alle Marche, dove in Lui si 
								  erano destati i sentimenti più puri di 
								  affetto, dove lo legavano ancora rapporti di 
								  amicizia e ricordi.
								  In 
								  Filottrano, Egli aveva eletto la Sua dimora 
								  nel 1814, dopo aver lasciato un alto ufficio 
								  napoleonico e ivi conobbe la contessa Giulia 
								  De’ Medici Spada, colta e gentile (scomparsa 
								  all’inizio dal 1820) alla quale fu legato. La 
								  figura è stata studiata dall’Ing. Luchetti.
								  Il B. 
								  da Filottrano parte nel 1821 per quel viaggio 
								  che doveva legare il Suo nome alla conoscenza 
								  della regione sorgentifera del Mississipi; la 
								  Sua fu da principio un’evasione dal meschino, 
								  dall’immobile in cui l’Italia sembrava dover 
								  rimanere chiusa, una partenza alla ricerca 
								  della Libertà che lo conduce dall’Italia alla 
								  Francia, al Belgio, all’Inghilterra, donde sul 
								  finire del 1822 salpa per l’America.
								  
								  Giunge, dopo sofferenze di un viaggi penoso, a 
								  Filadelfia, dove pubblica una relazione (in 
								  francese) sul viaggio fino allora compiuto, 
								  dal titolo: “ Due parole su passeggiate da 
								  Parigi a Liverpool ”.
								  Si 
								  reca a Pittsburg, segue l’Ohio fino alla 
								  confluenza nel Mississipi, con l’intento di 
								  scendere il grande fiume, ma la sorte lo 
								  designa ad altra meta. Infatti incontra un 
								  battello (con il Generale Clarke e i Maggiore 
								  Tagliaferro) che risale il fiume ed Egli 
								  cambia proposito, va con loro sino a San 
								  Louis; raggiungono il forte S. Antonio del San 
								  Pietro con il Mississipi. Qui sostano ed Egli 
								  si spinge ad esplorare i dintorni, studia gli 
								  Indigeni nei loro costumi, che ammirano in Lui 
								  il coraggio intrepido e lo chiamano “ Uomo 
								  della Luna ”, per designarlo come essere 
								  superiore.
								  In 
								  questo viaggio e in questa sosta Egli 
								  concepisce il disegno di raggiungere le 
								  sorgenti del Mississipi, così ottiene di 
								  seguire la spedizione diretta dal Maggiore 
								  Long, di passaggio per il forte e diretta al 
								  Lago Winnipeg.
								  La 
								  ricerca delle sorgenti è sempre il pungolo che 
								  spinge il Beltrami e mentre la spedizione Log 
								  procede per la sua meta, Egli invece si dirige 
								  verso il Lago Rosso. Qui comincia la parte più 
								  avventurosa del Suo viaggio, da principio lo 
								  accompagnano tre indigeni che ben presto lo 
								  abbandonano ed Egli rimane solo con un fragile 
								  canotto di scorza di betulla che trascina 
								  nelle acque del fiume, immerso fino alla 
								  cintola, perché non sa remare, in una 
								  solitudine immensa, in un silenzio di morte, 
								  fino a quando incontra due indigeni che lo 
								  soccorrono nel prendere il governo 
								  dell’imbarcazione.
								  
								  Raggiunge il Lago Rosso, segue il fiume che 
								  esso riceve dal sud; poi scopre 
								  successivamente altri laghi minori e il 31 
								  agosto 1823 giunge a un’altura; lo spartiacque 
								  tra il bacino del Mississipi e quello dei 
								  tributari della baia di Hudson, ne intende il 
								  significato geografico, scorge a Sud delle 
								  scaturigini che Egli identifica con le 
								  sorgenti più settentrionali del Mississipi e 
								  nell’emozione della scoperta il Suo pensiero 
								  si rivolge ancora alle Marche, dedica le 
								  sorgenti alla Donna gentile, chiamandole 
								  sorgenti Giulie e nelle soste scrive alla 
								  Contessa Compagnoni, narra le emozioni.
								  
								  Scrisse poi: “ 
								  Credetti di vedere le ombre 
								  di Colombo, di Vespucci, di Caboto, di 
								  Verrazzano assistere con gioia alla grande 
								  cerimonia e felicitarsi 
								  ”.
								   Dopo 
								  la scoperta Egli si spinge più a Sud, giunge 
								  al Lago della Tartaruga, poi al Lago del Cedro 
								  Rosso. Seguendo il Mississipi, incontra il 
								  Lago Winnipeg, poi il Lago Leech e infine 
								  ridiscende il grande fiume.
								  Il 30 
								  settembre è di nuovo al forte S. Antonio; 
								  vestito di pelli, con il capo ricoperto di un 
								  cappello di scorza d’albero, reca con sé armi, 
								  strumenti musicali, oggetti usati dagli 
								  Indigeni.
								  
								  Discende fino a Nuova Orleans, qui vi 
								  pubblica, in francese, l’opera :” 
								  La scoperta delle 
								  sorgenti del Mississipi e del fiume Rosso
								  ”.
								  
								  Successivamente è a Parigi, dove conosce 
								  uomini come Lafayette, Chateubriand, Lafitte, 
								  pubblica, in francese, in due grossi volumi, 
								  l’opera: “ IL 
								  Messico ”.
								  Si 
								  reca poi ai Pirenei, prende successivamente 
								  dimora ad Heidelberg, nel 1834 pubblica, in 
								  francese, un opuscoletto intitolato: “ 
								  L’Italia e l’Europa 
								  ”, che poi ripubblica in italiano con il 
								  titolo: “ 
								  L’Italia, ossia scoperte fatte dagli italiani 
								  nelle scienze, nelle lettere e nelle arti 
								  ”.
								  
								  Stanco ormai e deluso, nel 1837 torna a 
								  Filottrano, dove trascorre gli ultimi anni, 
								  circondato dal generale rispetto, e viene a 
								  morte il 7 gennaio 1855.
								  
								  Cinque anni dopo la Sua morte le truppe del 
								  Cialdini aprivano, nella non lontana Piana 
								  delle Crocette di Castelfidardo, le Marche a 
								  vita nuova nello Stato unitario, 
								  ricongiungendo le Marche alla patria “ la via 
								  di Roma indicando ed aprendo ”, cioè si 
								  avverava, proprio per un singolare destino, 
								  nella terra d’elezione del Beltrami, quel 
								  sogno di libertà che Egli aveva a lungo 
								  perseguito.
								  Dal 
								  1956, Filottrano, la città che Egli scelse 
								  come dimora di elezione, lo ricorda nella 
								  Residenza civica con un busto vigorosamente 
								  scolpito dallo scultore marchigiano Vittorio 
								  Morelli e una lapide collocata nella Chiesa 
								  della Prepositura, donata dalla Città natale, 
								  ne indica la sepoltura.
								  Così 
								  le due città che possono dirsi ugualmente 
								  patria del Beltrami fraternamente e 
								  amorosamente ricordano la figura del grande 
								  Figlio.