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Ernesto Paleani scrittore

Monte Locco. Ricostruzione storica di un insediamento dalle origini fino ad oggi.
La Battaglia di Monte Locco (1441)

2017 Monte Locco. Ricostruzione storica di un insediamento dalle origini fino ad oggi. La Battaglia di Monte Locco (1441) (Fortificazioni e castelli, vol. 3), Pesaro, 2017. ISBN 978-88-7658-219-6.

 

 

Il territorio storico facente parte dell’area di Montelocco (Sassocorvaro) si sviluppa nella vallata dall’attuale fiume Foglia il cui nome ha sostituito quello più antico dell’Isauro.
In una bolla di memoria del sec.XII registrata in un libro annesso al Codice di Cencio Camerario e pubblicato dal Muratori si legge: “… qui dicitur Folea usque ad fluvium, qui dicitur Taulus.”
Per quanto riguarda la viabilità antica nella bassa valle del Foglia è interessante far notare che tra la situazione stradale dell’antichità e quella contemporanea esiste una sorprendente identità e che in genere si è verificata nel territorio pesarese una continuità di frequentazione della antica rete stradale fino all’epoca moderna, dovuta a scelte di tracciato dipendenti esclusivamente dalla morfologia del terreno. La stessa situazione è nella vicina regione emiliana.
Tralasciando la via consolare Flaminia, che correva pressochè parallelamente alla costa, il territorio pesarese era attraversato da almeno due vie di una certa importanza che collegavano la città con i centri dell’entroterra e con il versante tirrenico attraverso i passi appenninici. La via naturale della costa verso l’interno era costituita dalla vallata del Pisaurus, in connessione con la quale sorgevano le città di Pitinum Pisaurense, Sestinum e, sullo spartiacque tra Metaurus e Pisaurus, Urvinum Mataurense.
Vari elementi concorrono al riconoscimento delle due strade, sebbene per esse non esista documentazione monumentale rilevante, né siano fornite notizie dalle fonti. Ambeue collegavano Pisaurum con altri municipi dell’interno attraversando luoghi noti per ritrovamenti archeologici. Essi seguivano sulle due sponde del Pisaurus tracciati assai favorevoli, che sono rimasti in parte in uso attraverso i secoli fino ai nostri giorni, si adattavano alla conformazione del primo pendio ai margini della pianura alluvionale, descrivendo pertanto un percorso sinuoso. La necessità di correre una posizione leggermente elevata rispetto al piano soggetto ad allagamenti ha determinato quindi un tracciato non rettilineo, che segue la curva di livello corrispondente al primo gradino. La necessità di “tenere l’altezza” ha spesso determinato il percorso delle strade romane di fondo valle. La via che da Pisaurum conduceva ai municipi dell’interno di Pitinum Pisaurense e di Sestinum risaliva il Pisaurus fino alle sorgenti e correva nel primo tratto lungo la sponda sinistra del fiume e sul margine della vallata. Giungeva ai passi appenninici che mettevano in comunicazione sia la vallata del Pisaurus che quella dell’Ariminus con l’alta valle del Tevere. Numerosi sono i rinvenimenti di resti archeologici segnalati in territorio pesarese in connessione con la via, che in genere seguiva un percorso di fondo valle.
Prendo in esame il verso II 406 della Pharsalia di Lucano ed in particolare il secondo emistichio, per riesaminarne sia la lezione che la interpretazione, comunemente invalse.
La lezione preferita è quella del codice Montepessulanus (M):
Crustumi/unque ra/pax et/ juncto/ Sapis I/sauro

Biblioteche lettura del testo:

Polo culturale di Eccellenza - Cagli - PU
Biblioteca e Musei Oliveriani - Pesaro - PU
Biblioteca dell'Archivio di Stato di Pesaro - Pesaro - PU

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